Cari Amici, care Amiche,

tutti i rotariani ben sanno che febbraio è il mese in cui si celebra la Costruzione della Pace e Prevenzione dei Conflitti.

Argomento quanto mai attuale, e con lungimiranza scelto dal Presidente Internazionale Stephanie Urchick come uno dei passaggi centrali del suo messaggio a tutti i rotariani del mondo in occasione dell’Assemblea Internazionale di gennaio 2024.

Anche la scelta del mese in cui il Rotary celebra la pace non è casuale: il 23 febbraio, come è noto, ricorre il compleanno del Rotary (che quest’anno compie 120 anni … auguri!), e nel mese in cui si festeggia il compleanno del sodalizio è giusto e opportuno ricordare in primo luogo il suo vero obiettivo: la pace e comprensione internazionale.

Non a caso la prima Area di intervento della nostra Fondazione Rotary è proprio la Pace e Prevenzione dei conflitti, e non a caso il Rotary International è membro fondatore dell’ONU dal 1944 e tuttora vi ricopre lo status di osservatore permanente, unica grande associazione a godere di questa condizione privilegiata.

In verità, la vocazione del Rotary verso la pace e comprensione internazionale parte dai primissimi anni dell’associazione, addirittura ancor prima della I Guerra Mondiale, e poi fu ripresa verso la metà degli anni Trenta con la nascita dell’Istituto per la Comprensione Internazionale ad opera del Club di Nashville – Tennessee. Senza addentrarci in ricostruzioni storiche affascinanti -ma che fondamentalmente lasciano il tempo che trovano-, è invece importante ricordare cosa fa concretamente il Rotary per creare una cultura di pace.

Tutto, come sempre, parte dall’educazione e dallo studio (ricordiamo cosa diceva Platone…) e quindi il Rotary crea la predisposizione ad una cultura di pace facendo conoscere le persone, a partire dai giovani con lo Scambio Giovani, efficacemente ripartito quest’anno con le sue tante attività, i viaggi ei contatti tra persone di cultura, fedi, idee politiche e lingue diverse, per arrivare ai sei Centri per la Pace istituiti, ormai da un quarto di secolo, presso Università di eccellenza nei cinque continenti per formare a livello universitario e successivo, persone che si impegnano per il passo anche a livello di carriera personale, e quindi molti dirigenti di grandi organizzazioni internazionali come ONU, Unicef, UNHCR e via dicendo.

I corsi che queste persone frequentano sono finanziati tramite borse di studio erogate dalla Fondazione Rotary, spesso anche grazie a rilevanti donazioni private.

Oltre ai borsisti, il Rotary agisce per la cultura della pace anche formando operatori sanitari, educatori, mediatori, attivisti (non influencer, ma persone che spendono le loro capacità e la loro influenza per la causa rotariana), in tal modo utilizzando le risorse che derivano dai contributi e dalle donazioni finalizzate a tale scopo.

A proposito dei Centri per la Pace, mi piace ricordare che il settimo Centro per la Pace verrà inaugurato tra soli venti giorni presso l’Università Bahcesehir di Istanbul, in occasione della Conferenza Presidenziale per la Pace del 2025, a cui parteciperò insieme ad altri rotariani del nostro Distretto: quando incontreremo il Presidente Stephanie le racconteremo i risultati del nostro impegno in questa, come nelle altre aree di intervento del Rotary in generale e della nostra Fondazione in particolare.

Parlando di pace, voglio in conclusione riprendere un argomento già toccato in passato, non solo da me ma anche da alcuni dei miei predecessori: la pace deve partire da noi, dall’interno dei nostri Club e soprattutto dei nostri cuori.

Vi sono ancora (poche) situazioni in cui la conflittualità interna – sempre e solo dovuta a questioni personali, a grettezza di vedute e -spesso- alla totale ignoranza dei valori rotariani, mai e dico mai a motivazioni ideali- può minare la vita di un Club e condizionarne, se non ipotecarne pesantemente, lo sviluppo.

Lo ripetuto ancora una volta: la Pace, uno degli elementi cardine del messaggio del Presidente Internazionale Stephanie Urchick, deve partire prima di tutto da noi, dall’interno dei nostri Club, dalla nostra capacità di comporre rotarianamente le necessarie e inevitabili differenze di opinioni e valutazioni, che se mediate e composte costituiscono un arricchimento e un contributo alla diversità dei nostri Club, e che non devono mai diventare divergenze e controversie, perché inevitabilmente ne consegue la perdita dello spirito rotariano.

E allora, per celebrare al meglio i 120 anni di vita del nostro Rotary, facciamoci tutti agenti attivi e veri costruttori di pace, per creare

LA MAGIA DEL ROTARY

Un caro saluto a tutti