Siamo a Sesto San Giovanni, nel primo stabilimento Campari, inaugurato nel 1904.

Un viaggio nel tempo. Un percorso nel mondo dell’arte, del design, del cinema, dei libri. Un pezzo di storia con fotografie d’epoca di una Milano in bianco e nero e luoghi ancora riconoscibili. Al contempo, l’evidenza di uno spirito imprenditoriale innovativo.

Davide Campari prende in mano il business del padre Gaspare (1828 – 1882) nel 1886. Se Gaspare è il fondatore dell’azienda e l’inventore del famoso Bitter, la cui ricetta è ancora oggi segreta dal 1860, Davide è ricordato come l’innovatore, uomo di comunicazione e grande osservatore della contemporaneità, antesignano delle più moderne tecniche di comunicazione e creazione dell’identità di marca.

E infatti si galleggia in una bolla rossa come il colore del Bitter Campari, la Red Passion dell’azienda comunicata nelle campagne pubblicitarie, negli spot televisivi di registi come Fellini e Singh Tarsem o nei cortometraggi firmati Sorrentino, Sollima e Garrone.

All’interno, accompagnati da una giovane guida competente e appassionata, abbiamo viaggiato tra manifesti pubblicitari e strumenti originali di mixology, bottiglie e bicchieri storici, merchandising vintage e pezzi di design contemporaneo, realizzati da mostri sacri della grafica e del design.

E così ci troviamo circondati da poster originali, disegni, bozzetti, libri d’artista, dall’inizio del 1900 fino ai tempi moderni, di importanti artisti come Dudovich, Nizzoli, Leonetto Cappiello, Depero, Munari, Sergio Tofano (padre del Signor Bonaventura del “Corriere dei Piccoli”) Fisanotti, Sacchetti, Glaser, Nespolo, Sambonet. Sento di dovermi scusare per non averli citati tutti.

Insomma, una gioia per gli occhi e il cuore degli appassionati e non solo.

Storico e moderno si integrano anche nell’edificio, dove la fabbrica storica, progettata dall’arch. Luigi Perrone, diventa la facciata del building della società, frutto dell’intervento di riqualificazione urbana degli architetti Mario Botta e Giancarlo Marzorati.

Un grande ringraziamento ai Presidenti del Rotary Club Milano Fiera e del Rotary Club Milano Linate, Alessandro Mantini e Alessia Usuelli. Un’altra un’occasione d’integrazione e scambio nel perfetto spirito rotariano, in una cornice d’eccezione con un ospite d’eccezione. Eh sì, avevamo con noi il nostro Governatore Giulio Koch che ringraziamo per la presenza nonostante i suoi numerosi impegni.

Per ricordare la serata, eccoci tutti immortalati sotto l’opera realizzata da Bruno Munari in occasione dell’apertura della prima linea metropolitana di Milano, la Linea rossa (tanto per rimanere in tema con il colore che ci ha guidato fin qui).

Alcune curiosità.

Nella gran parte dei manifesti è rappresentata la bottiglia con il sifone del seltz. Per Campari, l’acqua di seltz – acqua saturata con anidride carbonica fino a 10 atmosfere, in grado di rompere le molecole di un liquore esaltandone le proprietà organolettiche – ha rappresentato dagli albori il perfetto ingrediente complementare nel bilanciamento delle note amaricanti del Bitter.

Nel 1932 lo spirito pioneristico di Davide Campari lo porta ad introdurre sul mercato il primo aperitivo pronto da bere della storia, il Campari Soda che presto diventa l’aperitivo milanese per eccellenza.

La bottiglietta a tronco di cono, senza etichette, con la scritta in rilievo sulla superficie e il vetro trasparente a buccia d’arancia che ne esalta il segno distintivo (cioè il colore rosso), è frutto della progettazione dell’artista futurista Fortunato Depero, è rimasta pressoché invariata da allora e rappresenta ancora oggi un magistrale esempio di design industriale.