La conviviale di questa sera è stata l’occasione per conoscere più da vicino la Fondazione Italia Uganda: una realtà che il nostro club sostiene dal 2006 attraverso donazioni che periodicamente vengono effettuate in suo favore.

Il lavoro di Martina Pacilli (responsabile delle relazioni della fondazione con il Fiera e relatrice della serata) e dei suoi colleghi intervenuti non è solo quello di immaginare possibili soluzioni ai grandi problemi che affliggono questa nazione africana, ma anche e soprattutto di comunicare gli ideali e i valori che animano questa iniziativa benefica, nata da un’idea del padre missionario Giovanni Scalabrini (attivo in Uganda dal 1964) e proseguita nel solco della sua tradizione. Una fondazione che dalla sua nascita, nel 2000, ha affiancato alle sue tradizionali aree di intervento dell’educazione, della salute, della formazione e del lavoro, anche un nuovo cluster di iniziative dedicato allo sviluppo delle comunità locali ugandesi, ponendosi anno dopo anno obiettivi sempre più sfidanti.

Ad aggravare il quadro socio-politico di questa nazione (così come di molti altri paesi africani), nell’ultimo anno si è aggiunta la pandemia di Covid-19, che nonostante una prima fase di contenimento dei contagi è imperversata con conseguenze importanti sull’occupazione, la
povertà e la scolarizzazione dei ragazzi.

Nonostante questo (e la necessità di un intervento supplementare cui si dovrà far fronte con nuove e maggiori fonti di finanziamento) la fondazione Italia-Uganda, anche grazie al contributo del nostro club, prosegue con i suoi progetti che ci sono stati illustrati dalla nostra relatrice
con un particolare focus su ciò che si è potuto realizzare grazie ai contributi del Fiera.

Durante l’interessante presentazione che è stata proposta ai soci, siamo entrati in contatto non solo con i progetti, ma anche con le storie ed i volti di chi ne ha beneficiato: ragazzi con situazioni difficili, che senza il nostro aiuto non avrebbero potuto completare il proprio ciclo di studi, trovare un lavoro e al tempo stesso una possibilità di dignità e riscatto da una condizione di malattia, miseria e povertà.

Al merito vocazionale dei volontari che ogni giorno sacrificano il proprio tempo e le proprie forze per poter fare del bene, a questa iniziativa va dunque anche riconosciuta una capacità di comunicare e condividere i propri progetti attraverso i canali social, il proprio bilancio sociale ed una piattaforma (denominata “Praise”) cui anche i soci del Fiera possono accedere per monitorare costantemente l’operato della fondazione e la destinazione delle proprie donazioni in assoluta trasparenza.

A chiusura della serata, il presidente Scimone ha sottolineato come la comunanza dei fini che lega il Rotary a questa fondazione possa costituire la base per una collaborazione sempre più efficace e costruttiva.