Nelle nostre riunioni rotariane capita di incontrare argomenti di vario genere, dall’attualità alla tecnologia, dai temi specialistici a quelli più leggeri e al volontariato. Ieri abbiamo parlato di filosofia, insolito argomento, ma proprio per questo meritevole di approfondimento.

Organizzata impeccabilmente dal Rotary Club Milano Cordusio, abbiamo avuto una serata impegnativa e, personalmente, mi sono trovato ad ascoltare interessanti e dotte citazioni latine e ad affrontare problematiche filosofiche che avevo lasciato tanti anni fa sui banchi del liceo classico…

Il nostro Oratore, docente di Filosofia Morale, Storia delle dottrine morali e Filosofia della storia presso l’Università Cattolica di Milano, con un linguaggio elevato e profondo, ha rinverdito le nostre conoscenze filosofiche, citando Sant’ Agostino, stimolando interessanti considerazioni.

Quale è il rapporto tra morale e felicità? Chi segue la legge morale è anche felice? Oppure la morale è un ostacolo alla felicità? Queste sono le domande fondamentali che il filosofo/ricercatore deve porsi.

E’ ben chiaro per sua natura l’uomo cerca e tende alla felicità (o meglio, nessuno cerca l’infelicità), ma allora la legge morale, con le sue regole e i suoi obblighi, limita la libertà personale per cui l’individuo diventa un depresso/represso ? A queste domande l’Oratore ha cercato di dare una risposta.

E’ evidente che l’uomo moderno è alla ricerca di intense emozioni in un ambiente spesso ostile dove sono evidenti gli indici di infelicità: suicidi, patologie depressive, crisi familiari… di qui un senso di insoddisfazione e infelicità. In alte parole, la libertà, in assenza di una legge morale, non assicura la felicità.

Ma che cosa è la felicità? Esultanza, gioia pienezza, contentezza, piacere… Oppure è qualcosa di più intimo, cioè il sentirsi amati, il sentirsi “importanti” per la persona amata, il partecipare alla vita di altri, il passare “dall’io al noi”? Come si vede è l’amore che trasforma il vissuto e l’ uomo morale vive per amore. Ecco un esempio pratico: lavorare è una necessità, ma si sublima se fatto per amore.

Quindi per dare una risposta alle domande poste in precedenza, si può concludere che la legge morale non è un limite alla felicità ma è una condizione in cui l’individuo trova la sua realizzazione.

 “La porta della felicità si apre verso l’esterno” ha concluso il nostro Ospite per significare che la felicità si ritrova nell’apertura verso l’altro e nella condivisione.

E’ seguito un vivace ed articolato dibattito con numerosi interventi che hanno, tra l’altro evidenziato come le parole del nostro Oratore siano in sintonia con l’ ideale rotariano: fare con amore, porta alla felicità.