La situazione attuale dei contagi legati alla pandemia di Covid-19, a fronte di un piano vaccinale che in Italia e all’estero prosegue a ritmo serrato, apre uno spiraglio ad una lenta ma graduale ripresa. Una ripresa non solo delle attività economiche ma anche di quelle sociali e ricreative e, in quella, anche delle attività del nostro club che ormai da un anno e mezzo (e salvo alcuni sporadici incontri in presenza) hanno trovato cittadinanza online.

In questo clima di cauto ottimismo, l’intervento di questa sera del nostro socio Bruno Restelli (direttore del poliambulatorio e day services Centro Diagnostico Italiano) ha richiamato la nostra attenzione su di una pratica, quella della prevenzione medica, che proprio a causa della pandemia e della conseguente paura di frequentare cliniche e ospedali è stata ultimamente trascurata.

Una pratica virtuosa sotto tutti i punti di vista, sia perché i costi della prevenzione sono di gran lunga inferiori a quelli di cura delle malattie (fino a quindici volte più bassi), sia perché l’evoluzione della scienza medica e delle tecniche diagnostiche sta facendo passi da gigante in questi ultimi anni.

L’amico Bruno ha tenuto a precisare anzitutto che quando si parla di prevenzione, sia essa di tipo primario (e cioè legata a modifiche comportamentali per mantenere una buona qualità della vita attraverso la cura del sistema cardiovascolare e metabolico) che di tipo secondario (ossia all’accertamento di patologie già presenti ma con pochi sintomi, soprattutto sul versante neoplastico), non esiste una prassi valida per tutti. Se è infatti vero che la prevenzione per sua natura non è votata alla diagnosi e alla cura di malattie rare bensì di quelle più comuni, è altrettanto vero che ciascuno di noi dovrebbe optare per un pacchetto di esami personalizzato in base alla propria storia clinica.

Sul tema della prevenzione le donne sono molto più informate degli uomini, anche a fronte di una maggiore sensibilizzazione sull’effettuazione periodica di test senologici e ginecologici.

Vi è poi un pacchetto di prevenzione specificatamente consigliato a chi è stato suo malgrado contagiato dal Covid-19, anche se in forma lieve. Gli impatti che questa malattia potrebbe avere sugli apparati renali, cardiaci e cerebrali rileva l’opportunità da parte dei soggetti guariti di effettuare almeno una volta una tac polmonare, un ecocardiogramma, un’ecografia renale, oltre a una serie di esami ematici legati principalmente a indici infiammatori.

Con un occhio al futuro, il dottor Restelli ha infine dedicato qualche minuto alla medicina predittiva. Basata sulla genomica, sulla radiomica e sull’analisi di indici predittivi che possono essere degli indizi prodromici di un’eventuale patologia futura, questa nuova frontiera della prevenzione (alla stregua delle tecniche che l’hanno preceduta) deve essere gestita con intelligenza, personalizzando i controlli in base alle familiarità patologiche dell’individuo e prevenendo i disagi psicologici legati ad una diagnosi troppo precoce di una malattia.

Non sono mancate come di consueto domande e curiosità da parte dei soci. Il presidente Bellenghi, alla sua ultima conviviale, ha concluso la serata salutando i presenti e dando a tutti appuntamento al passaggio di consegne che si terrà a Palazzo Cusani la prossima settimana.