Per il commento della conviviale di questa sera, lasciamo la parola ad Andrea Vestita, amico e membro del PAF, che ci ha relazionato sull’interessante tema della protezione delle opere d’ingegno.
Dopo aver sommariamente introdotto i concetti giuridici ed economici di marchio, brevetto, design, know-how e diritto d’autore, sinteticamente individuati con l’espressione “Asset IP”, mi sono soffermato sull’importanza economica degli stessi all’interno delle aziende, sia da un punto di vista del valore patrimoniale sia quali generatori di reddito.
In particolare, mi sono soffermato sul fatto che gli Asset IP risultino esiziali al fine dello sviluppo delle aziende e della loro stessa sopravvivenza, ragion per cui la difesa dai contraffattori si rivela come una delle funzioni aziendali di primo piano in un’ottica di medio – lungo periodo.
È certo evidente che le innovazioni tecnologiche e commerciali condensate negli Asset IP, così come risultano estremamente costose nella loro creazione e sviluppo, risultano altresì costose nella lora attività di difesa.
Quest’ultima, difatti, risulta di particolare complessità, sia da un punto di vista commerciale sia legale, con la conseguente necessità di sostenimento di rilevanti costi monetari o in termini di distrazione di risorse interne.
Successivamente, mi sono soffermato sulle particolarità del processo civile industrialistico per quanto riguarda il momento della quantificazione del danno risarcibile, evidenziando altresì la necessità che la questione venga affrontata con particolare cura, pena l’ottenimento di risarcimenti molto lontani dalle aspettative e, in ogni caso, dai danni effettivamente subiti.
Andrea Vestita